09 aprile 2018.

GLI STILI DELLA COMUNICAZIONE

“Te sta dentro, che fuori è un brutto mondo” è una battuta diventata cult del film Radiofreccia di Luciano Ligabue. E Freccia alias Stefano Accorsi non aveva tutti i torti perché l’attuale contesto sociale è concepito come privo di interesse e di opportunità, mentre è denso di difficoltà. La coppia genitoriale presenta una maggiore intensità di dialogo e intesa ma la novità dell’esigenza la coglie impreparata; da qui possono nascere difficoltà di comunicazione e relazione e può crearsi competizione tra le parti. Il fondamento affettivo dell’educazione può essere una leva per trovare maggiore intesa ma allo stesso tempo può mettere in discussione i confini. Invece in un’ottica sportiva, purtroppo è tendenza sempre più diffusa abbondonare la pratica sportiva durante il periodo adolescenziale lo scarso rapporto con l’allenatore è una delle principali cause di drop – out.

E per questo motivo è nato l’ABC dello sport: un laboratorio educativo per una “tremenda voglia di vivere” è il progetto, ideato da Giovanni Mazzi Educatore, Ilenia Federici Psicologa Psicoterapeuta, Andrea Mutti Coach. Pensato e rivolto a genitori, educatori e dirigenti dell’A.C. Gabetti Calcio ASD 1916, vuole essere un “Laboratorio di idee aperte a tutte le associazioni sportive del territorio Valeggiano che condividano le finalità di questo percorso.

Spesso lo scontro con gli adolescenti è molto rischioso e può rappresentare l’estrema ratio: non funziona, produce escalation, perdita di autorevolezza, guerra. Il dialogo, la negoziazione, la perseveranza genitoriale possono produrre risultati straordinari. Diventa così fondamentale allenare la capacità di dialogo con l’adolescente e la condivisione effettiva dei suoi interessi; da questo aspetto deriva la consapevolezza che regge il fondamento. Il dialogo implica spiegazione, ascolto, comprensione e decisione. La relazionalità è un elemento fondamentale nel processo di autorealizzazione di un ragazzo. Non c’è dialogo senza empatia; il principale ostacolo del dialogo è la strumentalizzazione, ovvero l’interesse strumentale finalizzato a fare passare obiettivi senza che ci sia un reale interesse.

L’ABC dello sportivo è partito proprio da qui: gli stili di comunicazione sono stati il focus dell’intervento di Ilenia Federici che si è tenuto lunedì 9 aprile nella sala della Fondazione Vivi Sport presso il palazzetto dello sport di Valeggio sul Mincio.

Ilenia ha introdotto l’argomento affermando che una comunicazione costruttiva è alla base di un’ambiente sereno che favorisce un maggiore senso di benessere per dare una concreta opportunità di raggiungere gli obbiettivi prestabiliti. Per trovare la chiave d’accesso per entrare nel loro mondo, l’ascolto attivo (inteso come la capacità capire il modo di pensare dell’altro, le sue emozioni, i suoi comportamenti, le sue motivazioni e i suoi obiettivi) diventa uno strumento importante perché l’adulto impara a conoscere come reagisce, agisce e si pone il bambino o ragazzo nei confronti del mondo. Riconoscere le emozioni e i sentimenti dell’altro in assenza di giudizio ti permette di creare empatia instaurando così un canale di comunicazione molto importante.

Ilenia è entrata nel vivo dell’argomento ponendo l’attenzione sulle modalità di comunicazione: spesso le cause degli scontri verbali sono da ricercare negli ostacoli prodotti da chi comunica. Ci può essere una modalità disfunzionale da parte di chi emette la comunicazione: l’utilizzo del pronome “TU”, espresso implicitamente o esplicitamente, implica una valutazione negativa. Meglio il messaggio in prima persona – prosegue la psicologa – perché riduce al minimo la valutazione negativa del ricevente e la conseguente catena di sue reazioni difensive favorendo così la volontà al cambiamento.

A questo punto dell’incontro la Dott.ssa Federici ha invitato i genitori ad interagire con i propri figli attraverso una comunicazione assertiva, caratterizzata dal trattare con rispetto la libertà di espressione ed i giudizi dei propri figli, favorendo con gli stessi una relazione positiva ed incoraggiandoli a manifestare completamenti se stessi. Nell’esprimere il proprio modo di essere, però, può succedere che i figli commettano errori e tengano atteggiamenti sbagliati. I genitori quindi devono intervenire in modo diretto, senza intermediari, concentrandosi sul comportamento e non sulla persona e dopo una critica fornire l’alternativa su un nuovo comportamento.

La dott.ssa Federici ha concluso il suo intervento, che ha suscitato grande interesse nel pubblico partecipante, illustrando i diritti assertivi come il diritto di dire “NO” senza sentirsi in colpa, di commettere errori assumendosi le proprie responsabilità e il diritto di non rendere sempre al massimo delle proprie possibilità.

Perché, in fin dei conti, i bambini non sono vasi da riempire ma lampadine da accendere.

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