IL CENTRO FEDERALE TERRITORIALE DI MONTICHIARI A VALEGGIO

Primo Tempo – “Penso forte, corro forte, gioco forte”.

“Penso forte, corro forte, gioco forte” è il motto dei centri federali territoriali e mercoledì 28 febbraio è stato messo in pratica da 43 giovani calciatori della Gabetti Calcio delle annate 2004, 2005 e 2006 che, nonostante la colonnina di mercurio fosse sotto lo zero, hanno scaldato con il loro entusiasmo l’ambiente del campo centrale di Valeggio.

L’occasione per loro era una di quelle da cogliere al volo, potendo sperimentare una metodologia di allenamento all’avanguardia, quella dei centri federali territoriali. A presiedere la seduta Lorenzo Bedin, responsabile del centro di Montichiari, accompagnato dal tecnico federale Paolo Pasquantonio.
Alle ore 18 precise il fischio d’inizio, con tutti i ragazzi al centro del campo, carichi e concentrati, pronti ad ascoltare le indicazioni dell’allenatore.

Il goal setting che Lorenzo Bedin ha proposto ai giovani calciatori, aveva 2 obiettivi ben precisi: etica e intensità. Nelle 5 stazioni, preparate dai tecnici federali e dagli istruttori dell’attività di base della Gabetti Calcio, gli atleti rossoblu hanno dato vita in 80 minuti ad un’allenamento all’insegna del fair play, andando ai 100 all’ora, senza mai fermarsi. Dopo un’attivazione tecnica fatta tutti insieme, i 43 ragazzi si sono divisi in 5 gruppi misti ed hanno affrontato 5 esercitazioni dove il gioco era il protagonista principale. Per i giovani calciatori è stato come entrare in una sala giochi ed è stata una sfida dopo l’altra. Si sono cimentati con la croce in uscita come esercizio di tecnica funzionale, poi hanno sperimentato gli small side games e i giochi di posizione. Hanno poi messo il piede sull’acceleratore quando hanno affrontato le esercitazione di agility e body stability.

Grande entusiasmo ha suscitato nei ragazzi la partita a tema Mian, denominata anche “partita dell’abbraccio”: dopo ogni goal tutti i componenti di ciascuna squadra devono abbracciarsi tra loro; se la squadra che si è abbracciata per prima è quella che ha effettuato il goal, la realizzazione è valida; se invece ad abbracciarsi per prima è la squadra che ha subito goal , la segnatura viene annullata. A fine seduta Lorenzo Bedin si è complimentato con i ragazzi perché si sono comportati bene, rispettando le regole e dando il cento per cento.

“Questo è il modo per migliorarsi”, ha proseguito il responsabile centro federale che ha concluso l’allenamento chiedendo ai ragazzi, attraverso un’esercizio di trasmissione, una parola per definire un particolare rimasto loro impresso. Ne sono uscite tante: divertimento, gioia, velocità, forza , superiorità numerica, smarcamento, amicizia.

A questo punto, come dice Fabio Caressa, “tutti dentro a bere un tè caldo”.


Secondo Tempo – Un calcio emozionale.

“Tu chiamale se vuoi emozioni”, cantava così Lucio Battisti. Sono della stessa idea i tecnici dei centri territoriali dei federali: secondo loro il futuro è rappresentato da un calcio emozionale.

Lorenzo Bedin, nella seconda parte della seduta tecnico – didattica presso la sala della Fondazione Vivi Sport del Palazzetto dello Sport, ha illustrato agli allenatori della attività di base della Gabetti Calcio la vision e la mission del CFT: la ricerca e la valorizzazione del talento nascosto nel calcio dilettantistico.

L’ambiente può incoraggiare il talento o reprimerlo sistematicamente. Ecco perché i pilastri dell’allenamento del CFT sono:

  • Etica – Chi sono
  • Gioco – Voglio esserci
  • Intensità – Do il 100 %
  • Orientamento – Sono qui
  • Portiere – Siamo uno in più
  • Tecnica – Io faccio
  • Transizioni – Ci sono

“Alleniamo i ragazzi per principi” ha proseguito Bedin, precisando che ogni attività è collegata alla comprensione del gioco e la trasmissione del sapere deve avvenire su binari usuali per il fare. Non ci saranno più ruoli ma compiti. L’apprendimento randomizzato porterà vantaggi a lungo termine.

Altro punto fermo del CFT è il rispetto delle regole perché permette al giocatore di dominare il contesto.

Ma l’aspetto più rivoluzionario è la conduzione dell’allenamento che deve essere non direttivo, produttivo, induttivo: il giovane calciatore deve essere stimolato a concorrere in diversa misura alla ricerca di nuove soluzioni, in modo autonomo, facendo esperienze sotto la supervisione dell’allenatore.
Così i ragazzi imparano a gestire l’errore.

Bedin ha concluso il suo intervento affermando che dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti necessari per farli diventare autonomi, efficaci, sicuri, competenti, continui, intensi e corretti.

È stata una serata ricca di spunti che ha permesso agli allenatori della Gabetti Calcio di accrescere la loro voglia di apprendimento.

Perché il sapere dell’allenatore è la base per ottenere risultati collettivi.