15 maggio 2018.

EDUCARE ALLA VITA

L’ABC dello sportivo si è concluso lunedì 15 maggio con una serata di grande interesse organizzata presso la sede di Everel Group SpA a Valeggio sul Mincio.

E’ stata l’occasione, ben colta dal numeroso pubblico presente, per riepilogare i temi affrontati nel corso delle 2 serate precedenti dalla psicologa e psicoterapeuta Ilenia Federici e dal coach Andrea Mutti, arricchendoli con le preziose testimonianze degli ospiti, il coordinatore delle attività di base e responsabile affiliazioni e camp dell’Hellas Verona Alberto Saccuman e l’ex calciatore Domenico Penzo, intervenuti insieme all’ideatore del progetto, l’educatore Giovanni Mazzi.

Andrea Mutti ha ribadito l’importanza fondamentale della comunicazione e del dialogo con l’adolescente e della condivisione effettiva dei suoi interessi, supportato dalla d.ssa Federici che ha confermato decisamente la necessità dell’accettazione dell’errore per favorire nei ragazzi autostima, coraggio e capacità di affrontare in autonomia le difficoltà che possono incontrare nella loro esperienza sportiva e umana in generale.

Su questa base si sono innestati i contributi di Alberto Saccuman, per il ruolo svolto quotidianamente all’interno dell’Hellas, e di Domenico Penzo, per la grande esperienza maturata nel corso della sua carriera di calciatore professionista, che, quasi all’unisono, in virtù di particolari sensibilità, passione e interesse nell’educazione giovanile, hanno sottolineato il valore essenziale dello sport praticato prima di tutto all’insegna di divertimento e aggregazione, dove i risultati devono assumere secondaria importanza, riducendo in tal modo la pressione che ne deriva sui ragazzi.

Una partita tutta da … giocare, ma che ci vede orgogliosamente allineati con la visione più nobile dello sport, spesso dimenticata dentro e fuori i rettangoli di gioco e così fortemente predicata da un certo Pierre de Coubertin.

“Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla.”

“Il giorno in cui uno sportivo smetterà di pensare prima di tutto alla felicità che il suo sforzo gli procura
e all’ebbrezza dell’equilibrio tra potenza e fisico che ne deriva,
il giorno in cui lascerà che le considerazioni sulla vanità o sull’interesse prendano il sopravvento,
in quel giorno i suoi ideali moriranno.”

Grazie a tutti coloro che, anche solo per un attimo, ci hanno ricordato questi principi universali ed eterni.

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